Roma, 28 settembre 2019 – La combinazione di immunoterapie – approccio mirato a risvegliare il sistema immunitario per combattere il cancro – con le due molecole ipilimumab e nivolumab, funziona contro il melanoma avanzato e anche per i pazienti con metastasi cerebrali, ma in Italia questa ‘combo’ non è rimborsata da parte del Servizio sanitario, ed è a carico dei pazienti. Ad affermarlo è Paolo Ascierto, direttore Unità Oncologia melanoma, immunoterapia e terapie innovative dell’Istituto tumori Pascale di Napoli, illustrando gli ultimi risultati presentati al Congresso europeo di oncologia Esmo. Il Nuovo studio Checkmate-67, spiega Ascierto, “presentato all’Esmo e pubblicato contestualmente sul New England Journal of Medecine, ha considerate un campione di 1000 pazienti con melanoma metastatico, ed ha evidenziato come il 53% dei pazienti trattato con la combinazione sia vivo a 5 anni”. Lo stesso studio ha anche dimostrato che il beneficio della terapia rimane stabile: “Somministrando la combinazione dopo l’intervento chirurgico, per prevenire le metastasi – afferma -, si è infatti visto che il 58% dei pazienti è libero dalla malattia a tre anni ed il 62% a due anni”. Ed ancora: un altro studio, il tedesco Immuned, presentato sempre al congresso, evidenzia che il beneficio riguarda anche i pazienti mestastatici operati e ad alto rischio di avere altre recidive: il 70% di quelli trattati con la ‘combo’ (su un totale di 280 monitorati) a 2 anni è ancora libero dalla ricomparsa dei segni della malattia. Ed il beneficio, aggiunge, “è pure per i pazienti con melanoma e metastasi cerebrali, che sono circa il 30-40%, anche se si conferma una tossicità importante della terapia. Tuttavia i risultati degli studi dimostrano che il beneficio per questi pazienti è estremamente significativo”. Ma anche se “a livello internazionale tale combo è ormai considerata uno standard, e nuovi dati lo dimostrano ulteriormente, in Italia la terapia non è rimborsata, ed è dunque a carico del paziente. Siamo l’unico paese in Europa – sottolinea – a non prevedere la rimborsabilità. Ora, sulla base di questi ultimi risultati, è stata nuovamente presentata la richiesta all’agenzia del farmaco Aifa”. Ad oggi dunque, rileva l’oncologo, “i pazienti devono affrontare alti costi, dato che un ciclo costa circa 16mila euro, e ne sono necessari 4. Inoltre, per le difficoltà ad avere la disponibilità della terapia, in molti decidono di andare all’estero”. La combinazione, conclude, “ha anche efficacia per i tumori del polmone e del rene avanzati, con risultati molto positivi”.
AIOM: “Gli oncologi convocati da AIFA costretti alle dimissioni mai riunito il gruppo di lavoro, siano condivise le decisioni sui farmaci”
“Apprendiamo con rammarico che gli oncologi convocati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) lo scorso gennaio per la prima riunione del gruppo di