Chicago, 4 giugno 2019 – L’immunoterapia, che risveglia il sistema immunitario spingendolo a combattere il tumore, funziona contro il melanoma avanzato anche dopo la sospensione della terapia, con una sopravvivenza a lungo termine dei pazienti dopo la fine del trattamento. Lo dimostrano i dati aggiornati presentati con due studi al congresso della Società americana di oncologia clinica (Asco), dai quali merge che il ‘mix’ di farmaci immunoterapici aumenta la sopravvivenza dei pazienti. Un’analisi a cinque anni dello studio CA209-004, il più lungo follow-up ad oggi che ha considerato l’efficacia dell’immunoterapia con la combinazione di due molecole (nivolumab e ipilimumab) in pazienti con melanoma avanzato, ha infatti dimostrato che in tutti i pazienti, dopo quattro anni o più, i tassi di sopravvivenza globale erano al 57%, ed il tasso di sopravvivenza globale tre anni dopo la sospensione della terapia era pari al 56%. Lo studio ha anche mostrato la sopravvivenza a lungo termine con la terapia combinata indipendentemente dalla presenza di mutazioni geniche nel paziente. Inoltre un altro studio su oltre 900 pazienti, il CheckMate -067, ha evidenziato come la qualità di vita si conserva durante tutto il decorso del trattamento e nel follow-up e, ancor più importante, questi benefici sono mantenuti anche quando i pazienti sospendono la terapia. “Si tratta di un dato importante – afferma Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Nazionale Tumori Pascale di Napoli -che conferma la validità dell’immunoterapia in combinazione, con oltre il 50% dei pazienti vivo dopo 5 anni e con una qualità di vita a lungo termine che si mantiene elevata. Possiamo quindi dire che il melanoma metastatico sta diventando sempre di più una malattia cronicizzabile”. In Italia sono circa 14mila i casi di melanoma ogni anno: “Oggi circa mille di questi pazienti più gravi l’anno – afferma l’esperto – non muoiono più e vedono la malattia cronicizzarsi. Un numero impensabile fino a pochi anni fa, quando la prognosi per i pazienti più gravi era assolutamente infausta”. Al momento, però, in Italia questa combinazione immunoterapica “è approvata ma non rimborsata dal Servizio sanitario nazionale e questo – conclude l’esperto – determina purtroppo seri problemi di accesso dei pazienti alla terapia”.
AIOM: “Gli oncologi convocati da AIFA costretti alle dimissioni mai riunito il gruppo di lavoro, siano condivise le decisioni sui farmaci”
“Apprendiamo con rammarico che gli oncologi convocati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) lo scorso gennaio per la prima riunione del gruppo di