Roma, 28 febbraio 2019 – Per gli uomini meno istruiti la speranza di lunga vita diminuisce. È di tre anni in divario che li separa da quelli che hanno studiato e si sono informati di più. È questo il dato che emerge dall’Atlante italiano delle diseguaglianze di mortalità per livello di istruzione, presentato oggi su dati 2012-2014. Questo gap si somma allo svantaggio delle regioni del Mezzogiorno dove i residenti perdono un ulteriore anno di speranza di vita, indipendentemente dal livello di istruzione. Mentre, per alcune cause di morte, come i tumori, il rischio è più elevato nelle regioni settentrionali. “C’è un gradiente da Sud verso il Nord per quanto riguarda le patologie tumorali – spiega la direttrice dell’Inmp, Istituto nazionale per le migrazioni e le povertà – Al Nord ci si ammala di più rispetto al Sud. È un dato su cui si può studiare perché sono molte le questioni da analizzare come l’ambiente, il lavoro. I determinanti della salute sono tanti e incidono in maniera intersettoriale”. In Campania si è osservata una speranza di vita alla nascita inferiore di due anni rispetto ai residenti nella maggior parte delle Regioni del centro-nord, sia tra gli uomini che tra le donne. Le persone con basso titolo di studio hanno una probabilità di mortalità per tutte le cause del 35% tra gli uomini e del 24% tra le donne. La quota di mortalità attribuibile alle condizioni socio-economiche e di vita associate al basso titolo di studio è pari al 18% tra gli uomini e al 13% tra le donne. Nel Paese ci sono aree in cui la mortalità è più elevata rispetto alla media nazionale fino al 26% tra gli uomini e al 30% tra le donne, a parità di distribuzione per età e per titolo di studio. La mortalità cardiovascolare è più elevata nel Mezzogiorno, indipendentemente dal livello di istruzione. Vi è poi un gradiente Est-Ovest con maggiore mortalità nel Nord-Ovest e sulla costa tirrenica per molte cause, soprattutto malattie cerebrovascolari e tumori nel loro insieme.
AIOM: “Gli oncologi convocati da AIFA costretti alle dimissioni mai riunito il gruppo di lavoro, siano condivise le decisioni sui farmaci”
“Apprendiamo con rammarico che gli oncologi convocati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) lo scorso gennaio per la prima riunione del gruppo di