Roma 5 ottobre 2020 – “La pandemia ha interrotto i servizi di salute mentale nel 93% dei paesi del mondo” proprio mentre la domanda di questi servizi è in aumento”. E’ quanto ha evidenziato un’indagine dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) condotta su 130 paesi che mostra “l’impatto devastante del Covid-19 sull’accesso ai servizi di salute mentale e sottolinea l’urgente necessità di più finanziamenti”. L’indagine è stata pubblicata in vista del 10 ottobre, Giornata Mondiale della Salute Mentale, ed è stata condotta da giugno ad agosto 2020 nelle sei regioni dell’Oms. I risultati evidenziano come oltre il 60% dei paesi ha segnalato interruzioni dei servizi di salute mentale per persone vulnerabili, inclusi bambini e adolescenti, anziani e donne che necessitano di aiuto prima o dopo il parto. Il 67% ha riscontrato interruzioni nella psicoterapia, il 45% al trattamento per la dipendenza da oppioidi. Il 35% ha segnalato interruzioni degli interventi di emergenza, compresi quelli per sindromi da astinenza e delirio. Il 30% ha avuto interruzioni nell’accesso ai farmaci per disturbi mentali. Coloro che investono nella salute mentale, ricorda l’Oms in una nota, “ne raccoglieranno i frutti: quasi 1 trilione di dollari di produttività, infatti, vengono persi ogni anno nel mondo a causa di depressione e ansia”. Eppure da tempo questo settore è vittima di un “sottofinanziamento cronico”. “Già prima della pandemia, i paesi spendevano meno del 2% dei loro budget sanitari nazionali per la salute mentale e lottavano per soddisfare i bisogni delle loro popolazioni”.
AIOM: “Gli oncologi convocati da AIFA costretti alle dimissioni mai riunito il gruppo di lavoro, siano condivise le decisioni sui farmaci”
“Apprendiamo con rammarico che gli oncologi convocati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) lo scorso gennaio per la prima riunione del gruppo di