Milano, 9 giugno 2020 – Il lockdown ha avuto effetti negativi sulla maggioranza dei nostri concittadini. Sintomi come ansia e depressione, anche gravi, hanno segnato la quarantena di oltre la metà degli italiani costretti al lockdown. Nella prima fase dell’emergenza coronavirus più del 50% ha riportato un impatto psicologico durante il confinamento a casa, e oltre il 5% di chi ha patito la reclusione ha riferito disturbi seri. E’ quanto emerge da un’indagine nazionale condotta dal team di Maurizio Bonati, a capo del Dipartimento di Salute pubblica dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs di Milano. Donne, disoccupati e residenti in abitazioni piccole sono alcune delle categorie che hanno sofferto maggiormente. E zoomando sulla Lombardia, il disagio cresceva più ci si avvicinava a una zona rossa. Dal 6 al 20 aprile gli autori hanno messo a disposizione online un questionario con 48 domande. Sono stati raccolti dati demografici e informazioni sui sintomi fisici nei 14 giorni precedenti alla compilazione, mentre l’effetto psicologico della quarantena è stato valutato attraverso il ‘Covid-19 Peritraumatic Distress Index’ (Cpdi) validato in Italia e in altre nazioni. Su 35.011 adulti che hanno partecipato alla ricerca, 20.158 (11.910 in Lombardia, il 59,1%) hanno completato il questionario. E’ risultato che “10.540 partecipanti (52,6%) hanno riportato un impatto psicologico nel corso del periodo di quarantena – riferiscono dal Mario Negri – Più specificamente, 8.897 (44,1%) hanno riportato un impatto psicologico lieve o moderato e 1.081 (5,3%) hanno riportato un impatto grave. Per quanto riguarda il tipo di disagio psicologico, 2.003 (9,9%) hanno riportato sintomi depressivi di moderata-grave entità; 1.131 (5,6%) sintomi moderati-gravi di ansia, e 2.802 (4,0%) sintomi fisici di moderata-grave intensità”. I ricercatori del Negri evidenziano anche alcune caratteristiche del campione indagato. E’ stata rilevata una correlazione positiva tra tasso di risposta (per 10mila residenti) e casi positivi di Covid-19 (per 10mila residenti) per regione – sottolineano – così come tra tasso di risposta e latitudine, con una risposta maggiore al Nord rispetto al Sud, così come la distribuzione dei casi positivi di Covid-19. Il 30,1% degli intervistati era maschio e il 69,9% femmina. Poco più della metà (55,9%) aveva 18-50 anni, il 54,3% aveva un livello di istruzione terziaria, il 69,5% erano lavoratori, l’84,1% viveva in case con 3 o più camere durante la quarantena e il 13,7% viveva da solo. La maggior parte dei partecipanti (90,8%) non aveva avuto nuovi problemi di salute nei 14 giorni precedenti all’intervista e il 63,9% era uscito di casa per fare una commissione nella settimana precedente.
AIOM: “Gli oncologi convocati da AIFA costretti alle dimissioni mai riunito il gruppo di lavoro, siano condivise le decisioni sui farmaci”
“Apprendiamo con rammarico che gli oncologi convocati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) lo scorso gennaio per la prima riunione del gruppo di