16 novembre 2022 – Si trova nel Dna la ‘chiave’ per evitare gli eventi avversi dei farmaci. La farmacogenetica è infatti uno strumento in grado di dare un significativo contributo in questa direzione. È ciò che sostiene il prof. Giuseppe Toffoli, esperto della Società Italiana di Farmacologia (Sif) e direttore della struttura operativa complessa di Farmacologia Sperimentale e Clinica del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, in occasione del 41/mo Congresso Nazionale della Società Italiana di Farmacologia, che si apre oggi a Roma. “Conoscere la persona affetta dalla malattia è molto più importante che conoscere la malattia stessa”, ha sottolineato Toffoli ricordando il concetto espresso da Ippocrate nel IV secolo a.C. che “vale anche per i farmaci dei nostri giorni. Soprattutto se si considera che le reazioni avverse ai medicinali – Adverse Drug Reactions (ADRs), ovvero gli effetti indesiderati al trattamento – rappresentano uno dei maggiori problemi delle attuali terapie farmacologiche”. “Oggi l’attenzione – ha rilevato – è particolarmente rivolta alle modificazioni (polimorfismi) nella struttura dei geni coinvolti nel metabolismo e nell’eliminazione dei farmaci. Lo studio di queste varianti genetiche, ovvero la farmacogenetica, rappresenta una delle più importanti strategie per evitare le ADRs. L’obiettivo della farmacogenetica è infatti quello di personalizzare la terapia, fornendo a ogni paziente il farmaco più appropriato e con un dosaggio corretto”. Negli ultimi anni la farmacogenetica ha permesso di identificare numerosi farmaci che possono indurre risposte molto diverse fra le persone a seconda del loro Dna. “Oggi i test di farmacogenetica sono entrati nella pratica clinica e costituiscono un prerequisito per trattare i pazienti”, spiega Toffoli. “È il caso, per esempio, delle terapie oncologiche con farmaci come il 5-fluorouracile per il quale si raccomanda di fare preventivamente un test specifico, al fine di escludere varianti genetiche responsabili di gravi tossicità”.
AIOM: “Gli oncologi convocati da AIFA costretti alle dimissioni mai riunito il gruppo di lavoro, siano condivise le decisioni sui farmaci”
“Apprendiamo con rammarico che gli oncologi convocati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) lo scorso gennaio per la prima riunione del gruppo di