5 aprile 2022 – Quasi l’intera popolazione mondiale (99%) respira aria inquinata, che supera i limiti di qualità dell’aria e minaccia la loro salute. Lo sottolinea l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che ieri ha presentato il database sulla qualità dell’aria, a pochi giorni dal World Health Day, che si celebra il 7 aprile. ‘Il nostro pianeta, la nostra salute’ è il tema scelto per l’edizione di quest’anno. Un numero record di oltre 6.000 città in 117 Paesi sta ora monitorando la qualità dell’aria, ma l’esposizione a livelli malsani di particolato fine e biossido di azoto resta elevata. Nel 17% delle città nei Paesi ricchi, la qualità dell’aria è al di sotto delle linee guida Oms per la presenza di Pm2.5 o Pm10. Nei Paesi a basso e medio reddito, la qualità dell’aria è conforme alle soglie raccomandate dall’Oms in meno dell’1% delle città. “Dopo essere sopravvissuti a una pandemia, è inaccettabile avere ancora 7 milioni di decessi prevenibili e innumerevoli anni di buona salute persi a causa dell’inquinamento atmosferico – commenta Maria Neira, direttore del Dipartimento Oms per l’ambiente, i cambiamenti climatici e la salute – Questo è ciò che possiamo dire osservando la montagna di dati sull’inquinamento atmosferico, di evidenze scientifiche e soluzioni disponibili. Eppure troppi investimenti vengono ancora dispersi in un ambiente inquinato piuttosto che in un’aria pulita e sana”. “Gli attuali problemi energetici sottolineano l’importanza di accelerare la transizione verso sistemi energetici più puliti e sani – rileva il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus – I prezzi elevati dei combustibili fossili, la sicurezza energetica e l’urgenza di affrontare le due sfide per la salute rappresentate dall’inquinamento atmosferico e dal cambiamento climatico, evidenziano la pressante necessità di rendere più velocemente possibile il mondo molto meno dipendente dai combustibili fossili”.
AIOM: “Gli oncologi convocati da AIFA costretti alle dimissioni mai riunito il gruppo di lavoro, siano condivise le decisioni sui farmaci”
“Apprendiamo con rammarico che gli oncologi convocati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) lo scorso gennaio per la prima riunione del gruppo di