Roma, 20 ottobre 2021 – La risposta anticorpale al vaccino anti COVID-19 è migliore nelle donne, nei giovani, nei non fumatori e in assenza di malattie ad alto rischio di eventi cardio-vascolari e si mantiene anche dopo sei mesi dalla prima dose. Sono questi i risultati di uno studio coordinato dall’Università La Sapienza di Roma e dal Policlinico Umberto I di Roma. Nei giorni scorsi sono stati presentati i risultati della ricerca sulla risposta anticorpale a distanza di 2 e 6 mesi dalla seconda dose di vaccino Pfizer-Biontech in 2065 operatori sanitari (Età: 46+13 anni; 63% donne). La ricerca, promossa e incentivata direttamente dalla Rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni e dal Direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria Policlinico Umberto I, Fabrizio d’Alba, ha messo in evidenza che a distanza di 2 mesi dalla seconda dose di vaccino, solo lo 0,14% (3 soggetti) dei soggetti ha mostrato una insufficiente risposta anticorpale. Inoltre, la presenza di patologie concomitanti, ad alto rischio di eventi cardiovascolari, come ipertensione, diabete e dislipidemia è legata ad un più basso titolo di anticorpi. La risposta immunitaria piu’ bassa riguarda anche chi fuma, in modo determinante. A distanza di 6 mesi dalla prima dose di vaccino, il titolo di anticorpi si è ridotto di circa il 75% ma, la maggior parte dei soggetti mostrava ancora una buona risposta anticorpale: passando dalla mediana a 2 mesi di 626 AU/ml a quella a 6 mesi di 147 AU/ml. Inoltre, solo lo 0,8% (12 soggetti) mostrava una risposta anticorpale insufficiente.
AIOM: “Gli oncologi convocati da AIFA costretti alle dimissioni mai riunito il gruppo di lavoro, siano condivise le decisioni sui farmaci”
“Apprendiamo con rammarico che gli oncologi convocati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) lo scorso gennaio per la prima riunione del gruppo di