Roma, 1 aprile 2021 – Un mix di farmaci potrà in futuro contribuire alla lotta contro il melanoma, una particolare forma di tumore della pelle. A dirlo è uno studio di fase 2/3 che ha analizzato una combinazione in dose fissa di due molecole, il relatlimab e il nivolumab, nei pazienti che avevano un melanoma con metastasi o che non è stato rimosso chirurgicamente e che non è stato trattato in precedenza. Il lavoro (confrontato rispetto all’assunzione di solo nivolumab) ha raggiunto l’obiettivo primario di sopravvivenza libera da progressione, mentre ora è in corso lo studio per valutarne l’obiettivo secondario della sopravvivenza globale. Il nivolumab è un inibitore del checkpoint primario Pd-1, che serve a ristabilire la risposta immunitaria anti-tumorale, mentre il relatlimab è un anticorpo anti-Lag-3, che ruota attorno all’attività delle cellule T, determinando una compromissione della capacità di attaccare le cellule tumorali. “Gli inibitori di checkpoint immunitari in monoterapia o in combinazione hanno trasformato il trattamento e migliorato i tassi di sopravvivenza dei pazienti con melanoma metastatico o non resecabile. Tuttavia, rimane un considerevole numero di pazienti che potrebbero beneficiare di una nuova terapia di combinazione che influenza vie cellulari potenzialmente complementari per migliorare l’attività anti-tumorale”, ha spiegato Jonathan Cheng, senior vice president ed head of oncology development di Bristol Myers Squibb. Il melanoma è una forma di tumore della pelle caratterizzata da un’incontrollata crescita delle cellule che producono il pigmento (melanociti) localizzate nella pelle.
Il melanoma metastatico è la forma più letale della malattia e si manifesta quando il cancro si diffonde oltre la superficie della pelle agli altri organi. L’Organizzazione mondiale della sanità stima che, entro il 2035, l’incidenza di melanoma toccherà quota 424.102, con 94.308 decessi correlati.