Milano, 8 febbraio 2021 – Il 60% degli italiani è “certamente” o “abbastanza” disponibile a sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid. E’ quanto emerge da un’indagine condotta nell’ambito del progetto ‘Response Covid-19’ dell’Università Statale di Milano. Stando alla rilevazione, basata su 3mila interviste effettuate nel periodo 21-31 dicembre 2020, gli scettici nei confronti della profilassi contro il coronavirus Sars-CoV-2 sono un 30%: il 12% si dice “certo” di non volersi vaccinare, il 18% ritiene “poco probabile” che lo farà. Fra i ritrosi – si legge tuttavia nel rapporto – i no-vax, ossia i contrari a priori a tutti i vaccini, rappresentano solo un quinto (20%) dei “poco” o “per nulla” propensi a vaccinarsi, pari al 6% del campione complessivo. La maggior parte (il 55% degli scettici, pari al 16% del totale interpellati) spiega invece di diffidare temendo effetti collaterali. Elemento che per gli autori sottolinea “la necessità e l’urgenza di una capillare campagna informativa”. Tra i più propensi a vaccinarsi ci sono gli anziani (75%) e i giovani (67%). I primi perché consapevoli di essere i più esposti agli esiti gravi della malattia, i secondi per la voglia di tornare alla vita normale. Gli intervistati favorevoli all’introduzione dell’obbligatorietà per il vaccino anti Covid-19 sono il 43%, dato che dunque supera di 13 punti percentuali supera quello di chi non intende vaccinarsi. Il 23%, invece, sull’obbligo non è “né d’accordo né in disaccordo”. “Il consenso per l’introduzione dell’obbligatorietà è quindi prevalente, ma non ampio – commentano gli autori dell’indagine – Anche in questo caso più anziani e i più giovani hanno opinioni simili, essendo i più favorevoli all’introduzione dell’obbligatorietà della vaccinazione”.
AIOM: “Gli oncologi convocati da AIFA costretti alle dimissioni mai riunito il gruppo di lavoro, siano condivise le decisioni sui farmaci”
“Apprendiamo con rammarico che gli oncologi convocati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) lo scorso gennaio per la prima riunione del gruppo di