Roma, 21 ottobre 2020 – “Le farmacie svizzere vicino al confine con l’Italia sono state prese d’assalto dagli italiani che vanno ad acquistare i vaccini antinfluenzali. E questi già non sono più disponibili perché, fino a novembre, li venderanno solo ai residenti”. E’ quanto ha affermato ieri Paolo Corradini, presidente della Società italiana di ematologia durante una conferenza stampa on line. Per Corradini: “è gravissimo che non si sia agito per tempo sul fronte dell’approvvigionamento dei vaccini. Sono più di 40 anni che il mondo scientifico sa che l’influenza arriva in autunno. Bene, nella Regione più grande d’Italia, la Lombardia, non avremo probabilmente vaccini per i pazienti fragili e per chi assiste le persone che non si immunizzano, come i malati ematologici. Sono talmente disponibili i vaccini che da noi, in ospedale, non sono ancora arrivati”, dice ironicamente. In questo modo, denuncia ancora Corradini, “a Natale rischiamo di avere il solito picco influenzale, con un sovraccarico negli ospedali, insieme al Covid. Non oso pensare cosa potrà succedere con questa situazione che è inedita, perché durante la prima fase, a marzo, c’era solo il Coronavirus”. Anche Giordano Beretta, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) teme che in Lombardia “non si riusciranno a vaccinare per l’influenza tutti i pazienti fragili. Questa è una dimostrazione di come non si sia pensato, durante il periodo di maggior tranquillità, alla gestione di problemi. Il vaccino antinfluenzale aveva diverse indicazioni molto forti: da una parte proteggere i pazienti fragili, dall’altra consentire, attraverso un aumento del numero di vaccinati, di discriminare completamente la sintomatologia Covid da quella influenzale. Disporre della vaccinazione per grosse fasce della popolazione sarebbe stato utile a eliminare l’intasamento dei pronto soccorso”.
AIOM: “Gli oncologi convocati da AIFA costretti alle dimissioni mai riunito il gruppo di lavoro, siano condivise le decisioni sui farmaci”
“Apprendiamo con rammarico che gli oncologi convocati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) lo scorso gennaio per la prima riunione del gruppo di