Roma, 3 agosto 2020 – “Ben più di un terzo della popolazione italiana, il 38% per la precisione, trova molto difficile cambiare le proprie abitudini di vita, anche se in gioco c’è la tutela dalla pandemia”. E’ quanto ha affermato Guendalina Graffigna, docente di Psicologia dei consumi e direttore del centro di ricerca EngageMinds Hub dell’ Università Cattolica. L’esperto sintetizza così la problematicità dell’adattamento della popolazione alle regole ancora necessarie dopo la Fase 1 e la Fase 2 dell’emergenza Covid-19: indossare la mascherina, igienizzarsi spesso le mani e rispettare il cosiddetto distanziamento sociale. La percentuale di persone riluttanti a cambiare le proprie regole di vita è molto elevata e va a incrociare variabili socio-demografiche. Questi numeri emergono da uno studio del centro di ricerca dell’Università Cattolica condotto su un campione di 1000 italiani. La difficoltà ad adeguare le proprie abitudini alla nuova normalità imposta dalla convivenza con il nuovo coronavirus è sentita maggiormente dagli uomini (43% contro il 38% medio complessivo), soprattutto se giovani (44% nella fascia tra i 18 e i 34 anni), residenti al sud e nelle isole (42%) e con un reddito di livello medio (47%). E tra coloro che vantano un titolo di studio elevato (laurea o oltre), la quota di italiani ‘in difficoltà’ sale al 49%.
AIOM: “Gli oncologi convocati da AIFA costretti alle dimissioni mai riunito il gruppo di lavoro, siano condivise le decisioni sui farmaci”
“Apprendiamo con rammarico che gli oncologi convocati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) lo scorso gennaio per la prima riunione del gruppo di