Roma, 30 luglio 2020 – Un boom del consumo di idrossiclorochina che ha fatto registrare una variazione del 4.662% di confezioni per 10.000 abitanti al giorno a livello nazionale. Un picco limitato nel tempo per l’immunosoppressore tocilizumab. L’aumento, previsto, di sedativi e ossigeno. A illustrare l’andamento del consumo di medicinali forniti in ospedale è il Rapporto OsMed sull’uso dei farmaci durante l’epidemia COVID-19, presentato ieri dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Il confronto tra mesi dell’emergenza con i due mesi precedenti, mostra “un incremento temporalmente più repentino per tocilizumab, antivirali e antibiotici, mentre l’incremento dei consumi di idrossiclorochina, pur più rilevante e sostenuto, appare lievemente più ritardato raggiungendo il picco tra aprile e maggio 2020”. Un aumento si nota anche in aree non colpite dall’emergenza, cosa che fa “supporre fenomeni di accaparramento soprattutto in Regioni confinanti con quelle a maggiore prevalenza di Covid-19”. Rispetto ai farmaci delle terapie intensive, emerge “un incremento numericamente importante” per ossigeno, anestetici generali, sedativi e miorilassanti a partire dal mese di febbraio. Incremento che ha portato a numerosi interventi da parte dell’AIFA per “calmierare distorsioni distributive e nell’approvvigionamento”. Mentre l’inaspettato calo del consumo di eparina utilizzata nella profilassi del tromboembolismo venoso “potrebbe essere legato ad una riduzione della prescrizione per i paziente chirurgici” a causa degli interventi saltati, che non ne ha compensato l’aumentato fabbisogno per i pazienti Covid-19.
AIOM: “Gli oncologi convocati da AIFA costretti alle dimissioni mai riunito il gruppo di lavoro, siano condivise le decisioni sui farmaci”
“Apprendiamo con rammarico che gli oncologi convocati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) lo scorso gennaio per la prima riunione del gruppo di