Roma, 29 luglio 2020 – Nel 2019 sono stati spesi in ticket quasi 3 miliardi di euro. Il 38%, ovvero circa un miliardo e 120 milioni, è andato a coprire la differenza di prezzo per il prodotto di marca rispetto al farmaco equivalente. E’ quanto emerge, alla vigilia del definitivo superamento del Superticket, prevista il primo settembre 2020, da un’analisi condotta dalla Fondazione Gimbe. “Nata per moderare i consumi – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE – la compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria ha finito per costituire un rilevante capitolo di entrata per le Regioni in un’epoca caratterizzata da un definanziamento della sanità pubblica senza precedenti”. Dai dati Gimbe, rielaborati a partire da quelli del Rapporto 2020 sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti e quelli del Monitoraggio AIFA della spesa farmaceutica 2019, emerge che in un anno ogni cittadino spende in media 50 euro a testa per il ticket ma con grandi differenze regionali: si va infatti sa 33 euro in Sardegna a 90 in Valle d’Aosta. Nel 2019 le Regioni hanno incassato per i ticket 2.9 miliardi (cifra relativamente stabile negli ultimi 5 anni), di cui 1.581,8 milioni per farmaci e 1.354 milioni per prestazioni specialistiche. Ma, analizzandone la composizione, si nota che nel 2019 dei 1.581,8 milioni sborsati per il ticket sui farmaci, solo il 29% è relativo alla quota fissa per ricetta mentre la quota differenziale sborsata per i farmaci “griffati” ammonta a 1.122,5 milioni: ovvero 18,6 euro pro-capite a livello nazionale, che salgono a 24,9 nel Lazio, 24,7 in Calabria, 23,9 in Sicilia e 23,3 in Campania.
AIOM: “Gli oncologi convocati da AIFA costretti alle dimissioni mai riunito il gruppo di lavoro, siano condivise le decisioni sui farmaci”
“Apprendiamo con rammarico che gli oncologi convocati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) lo scorso gennaio per la prima riunione del gruppo di