Roma, 21 novembre 2019 – Il sistema sanitario nazionale italiano occupa, per qualità, il nono posto della classifica mondiale. Dopo Islanda, Norvegia, Olanda, Lussemburgo, Australia, Finlandia, Svizzera e Svezia. È quanto emerge dalla prima analisi a livello nazionale ‘Global Burden of Disease (GBD) Study’, pubblicata sulla rivista The Lancet Public Health e coordinata dall’IRCCS Materno-Infantile Burlo Garofolo di Trieste. “Ne emerge un quadro globalmente positivo – afferma Lorenzo Monasta, primo autore del lavoro – pur con alcune criticità. Tra le criticità c’è da segnalare anche l’invecchiamento rapido della popolazione”. Nel 2017, l’aspettativa di vita alla nascita ha raggiunto 85,3 anni per le femmine e 80,8 per i maschi, classificando l’Italia ottava a livello mondiale per le femmine e sesta per i maschi. Tra il 1990 e il 2017 i tassi di mortalità a causa di malattie cardiovascolari sono diminuiti del 53,7%, per le neoplasie del 28,2 % e del 62,1% per gli infortuni durante il trasporto. Inoltre, la riduzione della mortalità infantile e sotto i 5 anni molto bassa è un ulteriore indicatore “dell’efficienza del sistema sanitario. “Questo scenario – continua Garofolo -, sta cambiando il panorama epidemiologico delle malattie, aumentando il carico delle patologie croniche tipiche dell’invecchiamento, dai problemi di vista e udito all’Alzheimer e altre demenze. Basti pensare che gli anni di vita con disabilità legati ad Alzheimer e altre demenze sono aumentati del 78% dal 1990 al 2017 e i decessi per Alzheimer più che raddoppiati (+118%).
AIOM: “Gli oncologi convocati da AIFA costretti alle dimissioni mai riunito il gruppo di lavoro, siano condivise le decisioni sui farmaci”
“Apprendiamo con rammarico che gli oncologi convocati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) lo scorso gennaio per la prima riunione del gruppo di