Roma, 12 aprile 2019 – Come per tutti gli alimenti in commercio, anche la grande varietà di acque che troviamo nei supermercati deve essere provvista di etichetta. Non parliamo di regole comportamentali, ma delle informazioni nutrizionali presenti sul retro della confezione, che descrivano le caratteristiche chimico-fisiche del liquido. Non è facile orientarsi nella scelta, soprattutto nel nostro Paese, primo produttore di acqua al mondo con oltre 300 marche diverse! Ecco un breve vademecum per voi:
• residuo fisso: uno dei parametri più “famosi”, esprime il contenuto di sali minerali disciolti nell’acqua dopo averne fatto evaporare un litro a 180 gradi. Le più diffuse sono quelle “oligominerali”, ma ne esistono tipologie ancora più leggere (“minimamente mineralizzate”). Se non avete particolari problemi di salute le prime vanno più che bene;
• ph: misura l’acidità. Il 7 indica “acqua neutra”, sotto il 7 “acidula”, al di sopra è invece “alcalina”;
• durezza: esprime in modo però abbastanza impreciso la quantità di calcio e magnesio presente. Il suo valore è indicato in “gradi francesi”. Non è sempre presente, perché spesso i due nutrienti sono indicati a parte, nella lista degli elementi caratterizzanti;
• temperatura: indica in gradi centigradi della sorgente al momento dell’imbottigliamento;
• sostanze caratterizzanti disciolte: l’elenco e la quantità dei sali minerali presenti in modo significativo in un litro (es. sodio, calcio, magnesio, ecc.);
• nitriti e nitrati: sono valori legati all’inquinamento ambientale. I primi devono essere presenti al massimo per 0,02 milligrammi ogni litro, i secondi invece non devono superare i 45mg/L.
AIOM: “Gli oncologi convocati da AIFA costretti alle dimissioni mai riunito il gruppo di lavoro, siano condivise le decisioni sui farmaci”
“Apprendiamo con rammarico che gli oncologi convocati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) lo scorso gennaio per la prima riunione del gruppo di