Roma, 30 ottobre 2018 – Negli ultimi tre anni è aumentata la fiducia della popolazione europea nei confronti dei vaccini. E questo è avvenuto anche nel nostro Paese. E’ quanto afferma una ricerca svolta per conto della Commissione Europea, da un gruppo di esperti indipendenti. Rispetto al 2015, in Italia l’aumento di fiducia è di circa il 9%. Il dato è motivato, si legge nel rapporto, dal fatto che “l’aumento delle epidemie di morbillo in tutta l’Ue ha contribuito ad aumentare le conversazioni dei media sull’importanza della vaccinazione e alla decisione di Francia e Italia di aumentare il numero di vaccini obbligatori nell’ambito dei programmi nazionali di vaccinazione”. L’indagine prevedeva una serie di domande, come ad esempio: i vaccini sono sicuri, efficaci, importanti per i bambini? Il focus si è basato poi principalmente sul vaccino trivalente (Morbillo, Parotite, Rosolia) e su quello per l’influenza stagionale. In generale è emersa una maggiore fiducia per l’MPR e minore per quello anti-influenzale. Il Portogallo ha la più alta percentuale di intervistati che concorda sul fatto che i vaccini generalmente sono sicuri (95,1%), efficaci (96,6%) e importanti per i bambini (98,0%). A seguire la Finlandia, che ha la seconda percentuale più alta di intervistati, concorda sul fatto che i vaccini sono importanti per i bambini (97,6%), ma la sesta percentuale più alta di intervistati concorda che i vaccini sono sicuri (89,0%) dopo Portogallo (95,1%), Danimarca (94,0%), Spagna (91,6%), Ungheria (91,4%) e Regno Unito (89,9%). Gli intervistati bulgari sono invece meno inclini a concordare che i vaccini sono sicuri, con solo il 66,3%, seguito dalla Lettonia (68,2%) e dalla Francia (69,9%). Bulgaria (78,4%), Polonia (75,9%) e Slovacchia (85,5%) sono i tre paesi in cui i cittadini sono meno d’accordo sul fatto che i vaccini sono importanti per i bambini.
AIOM: “Gli oncologi convocati da AIFA costretti alle dimissioni mai riunito il gruppo di lavoro, siano condivise le decisioni sui farmaci”
“Apprendiamo con rammarico che gli oncologi convocati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) lo scorso gennaio per la prima riunione del gruppo di