Roma, 17 settembre 2018 – Sottoporsi ai programmi di prevenzione per il cancro determina una radicale riduzione della mortalità. È stato un maxi studio, condotto dall’Australian Institute of Health and Welfare, a dimostrarlo. I ricercatori hanno analizzato i dati dei tre maggiori piani di screening per il cancro al seno, cervice e intestino del Paese, tra il 2002 e il 2012, confrontandoli con i dati nazionali di mortalità. Dall’analisi dei dati, riferiti a oltre 15 milioni di persone, è emerso che i programmi di prevenzione hanno consentito di diagnosticare il 5% dei casi di cancro cervicale, l’11% di quelli all’intestino e il 44% quelli al seno. Le donne il cui il tumore cervicale era stato scoperto con un Pap test avevano un rischio di mortalità dell’87% minore rispetto a chi non si era sottoposta all’esame. Il rischio di morire di tumore all’intestino per chi aveva aderito alla prevenzione tra i 50 a 69 anni era del 40% minore, così come per il tumore al seno (-40% del rischio). Lo studio mette in luce il ruolo di una diagnosi tempestiva. “Poiché al test di screening si sottopongono individui senza sintomi o segni palesi della malattia, il test può individuare un tumore in una fase più precoce, il che può condurre a un decorso più favorevole rispetto a una diagnosi raggiunta in una fase successiva”, scrivono gli autori.
AIOM: “Gli oncologi convocati da AIFA costretti alle dimissioni mai riunito il gruppo di lavoro, siano condivise le decisioni sui farmaci”
“Apprendiamo con rammarico che gli oncologi convocati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) lo scorso gennaio per la prima riunione del gruppo di